Ristrutturazioni, acquisti ed affitti godono di importanti agevolazioni e bonus e sono soprattutto i lavori edilizi quelli che suscitano l’interesse dei contribuenti italiani. La novità che punta ad incentivare i lavori in casa e contribuire alla ripresa del settore è la possibilità di trasformare la detrazione Irpef riconosciuta per lavori di cui all’eco-bonus e al sisma- bonus in sconto immediato in fattura. Risparmio subito, senza l’attesa del pagamento del rimborso fiscale in 10 o 5 anni da parte dell’Erario e con successiva compensazione del credito anticipato da parte dell’impresa. Il bonus ristrutturazioni 2019 è riconosciuto per i lavori in casa di manutenzione straordinaria negli edifici privati ed esclusivamente per i condomini anche per i lavori di manutenzione ordinaria.
Ecco l’elenco delle spese ammesse al bonus ristrutturazioni:
- interventi di manutenzione ordinaria, manutenzione straordinaria, restauro e risanamento conservativo, ristrutturazione edilizia, effettuati su tutte le parti comuni degli edifici residenzialio sulle singole unità immobiliari residenziali di qualsiasi categoria catastale, anche rurali e sulle loro pertinenze;
- interventi necessari alla ricostruzione o al ripristino dell’immobile danneggiato a seguito di eventi calamitosi;
- interventi relativi alla realizzazione di autorimesse o posti auto;
- lavori finalizzati all’eliminazione delle barriere architettoniche (ascensori o montacarichi, installazione di strumenti idonei alla mobilità interna ed esterna di portatori di handicap gravi);
- interventi relativi all’adozione di misure finalizzate a prevenire il rischio del
compimento di atti illeciti da parte di terzi (cancelli, grate, porte blindate, casseforti, fotocamere collegate a vigilanza privata, ecc..); - interventi finalizzati alla cablatura degli edifici e al contenimento dell’inquinamento acustico;
- interventi effettuati per il conseguimento di risparmi energetici;
- interventi per l’adozione di misure antisismiche come opere per la messa in sicurezza statica;
- interventi di bonifica dall’amianto e opere per evitare gli infortuni domestici;
- riparazione di impianti per la sicurezza domestica (per esempio, la sostituzione del tubo del gas o la riparazione di una presa malfunzionante);
- installazione di apparecchi di rilevazione di gas;
- monitoraggio di vetri anti-infortunio;
- installazione corrimano.
Per chi intende comprare la prima casa anche nel 2019 è prevista la possibilità di beneficiare della riduzione dell’imposta di registro o dell’IVA agevolata se si acquista rispettivamente da un privato o da un’impresa costruttrice.
Il bonus prima casa 2019 prevede:
- se il venditore è un privato o un’impresa che vende in esenzione IVA:
- imposta di registro al 2% (anziché al 9%);
- imposta ipotecaria fissa di 50 euro;
- imposta catastale fissa di 50 euro.
- se si acquista da un’impresa con vendita soggetta ad IVA:
- IVA al 4% (anziché al 10%);
- imposta di registro fissa di 200 euro;
- imposta ipotecaria fissa di 200 euro;
- imposta catastale fissa di 200 euro.
Il bonus prima casa è rivolto a tutti i contribuenti che intendono comprare l’abitazione principale ed è riconosciuto anche quando, al momento dell’atto di acquisto, si possiede un’altra abitazione per la quale si è fruito della stessa agevolazione.
Anche affittare casa conviene, grazie alla possibilità di optare per il regime di tassazione sostitutivo Irpef della cedolare secca 2019. La cedolare secca è il regime fiscale opzionale con il quale i titolari di immobili concessi in locazione possono scegliere di tassare il reddito da locazione ad aliquota fissa del 21% o del 10%. Si tratta di un regime fiscale alternativo alla tassazione Irpef dei redditi basata su aliquote e scaglioni: il calcolo delle imposte dovute per chi aderisce alla cedolare secca sugli affitti 2019 non verrà effettuato sul reddito complessivo ma in misura fissa esclusivamente sul reddito da locazione. Inoltre, la cedolare secca comprende anche addizionali comunali e regionali, imposta di bollo e di registro.
Sono, quindi, due le aliquote previste dal regime della cedolare secca nel 2019:
- cedolare secca al 21%per i contratti di locazione a canone libero;
- cedolare secca al 10%per i contratti di locazione a canone concordato 3+2 stipulati in comuni con carenza di soluzioni abitative, densamente popolati, contratti transitori, contratti d’affitto a studenti universitari o in comuni colpiti da calamità naturali.
Come disposto dall’Agenzia delle Entrate la cedolare secca 10% si applica anche in favore dei contratti transitori stipulati nel 2019, non inferiori ad un mese e non superiori a 18 mesi. La novità del 2019 è che sarà possibile optare per la cedolare secca anche in caso di locazione di immobili commerciali: l’imposta sostitutiva dovuta sarà pari al 21% e sarà possibile beneficiare dell’agevolazione per l’affitto di immobili appartenenti alla categoria catastale C\1, di superficie fino a 600 MQ (pertinenze escluse). Vi sono tuttavia dei vincoli: la cedolare secca commerciale sarà preclusa nel caso in cui alla data del 15 ottobre 2018 risulti già un contratto in essere tra gli stessi soggetti e per lo stesso immobile.